GARY CLARK JR.

Opening Act NIC CESTER and the Milano Elettrica

NOTE

Sarà Nic Cester l’opening act dei due attesissimi concerti di Gary Clark Jr al Vittoriale di Gardone e alla Casa del Jazz di Roma.
Il cantautore Australiano, che coi i suoi Jet ha venduto più di 6 milioni di album in tutto il mondo, presenterà i brani del suo primo album solista “Sugar Rush” uscito lo scorso anno.
Ad accompagnarlo ci sarà la Milano Elettrica, la super band allestita per i suoi live che comprendi nomi importanti della scena indie italiana come il batterista Sergio Carnevale (Bluvertigo), il chitarrista Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) e il percussionista Daniel Plentz (Selton).
 
Il suo “This Land” è uno degli album più attesi del 2019. La critica paragona la sua chitarra a mostri sacri come Hendrix e Clapton. Barack Obama lo ha definito “il futuro della musica”. Torna in Italia con due appuntamenti live da non perdere.

GARY CLARK Il suo “This Land” è uno degli album più attesi del 2019. La critica paragona la sua chitarra a mostri sacri come Hendrix e Clapton. Barack Obama lo ha definito “il futuro della musica”. Torna in Italia con due appuntamenti live da non perdere. 
Il 34enne blues rocker Gary Clark Jr. annuncia il tour europeo e sara’ a giugno in Italia per presentare il nuovo album intitolato “This Land” in uscita il 22 febbraio. 
“This Land” è il quinto album di Gary Clark Jr. che giunge tre anni e mezzo dopo “The Story of Sonny Boy Slim”. 

“Io sono l’America, figliolo. Questo è il luogo da cui provengo. Questa terra è mia." 
Nell’omonimo brano tratto dall’album This Land, Gary Clark Jr. rivendica i suoi diritti su un preciso posto sulla cartina, nel quale si insedia e dichiara: “Vi avevo detto che saremmo arrivati… ora è mio, legittimamente.” È una canzone che ha radici nella vita reale di Clark e della sua famiglia nel Texas, terra natale di Gary, quando ricevevano occhiate di sospetto nel momento in cui si sono trasferiti in quella terra. E se sembra che abbia fatto pratica nell’ignorare orgogliosamente indicazioni su dove avrebbe dovuto vivere, be’, questo è qualcosa che musicalmente ha fatto per tutta la vita. È un onnivoro di rock e soul in grado di tratteggiare l’intero panorama della musica americana – non solo il blues al quale è così spesso associato, ma anche reggae, punk, R&B e hip-hop – e dice: Questa terra è stata fatta per te e per me.
Riesce a padroneggiare ogni cosa in This Land, il suo terzo album in studio per Warner Bros. Records che sicuramente verrà visto come un passo avanti fondamentale nello stabilire quante variazioni stilistiche Clark riesca a tenere a comando. Vi si trovano molte di quelle sonorità da leggenda della chitarra che già lo hanno definito come musicista di punta, con melodie che ribadiscono la predominanza di influenze dei Cream, in un ragazzo che ormai da tempo viene considerato da Clapton un amico e un contemporaneo, non semplicemente un seguace. Ma se molti fan considerano Clark la cosa più vicina che abbiamo a un moderno Hendrix, ciò che implicitamente emerge da This Land è il senso di quanto Jimi amasse e avesse preso a prestito da Curtis Mayfield. Si può pensare a Clark come a una delle ultime vere divinità del rock, insieme ad alcuni amici cantanti/chitarristi come Jack White, John Mayer o l’ultimo grandissimo Prince e il nuovo album certamente non farà niente per diminuire questa percezione. Ma This Land è anche un grande disco soul – uno in cui è facile rinvenire una linea che connette Muddy Waters e Childish Gambino, con distinti richiami a Marvin Gaye in alcuni punti.
Potrete sentire riferimenti a Gaye non solo nel falsetto di Clark che qui viene usato molto più del solito. È nel miscuglio di coscienza sociale e sensualità che sono stati la materia base di album come “What’s Goin’ On”… per non parlare di “Sign O’ the Times.” Ovviamente avvertirete quella consapevolezza di “What’s Goin’ On” nella canzone This Land, nella quale Clark si ritrova “paranoico e incazzato” tra vicini benestanti che pensano che lui stia “tramando qualcosa” solo perché la sua famiglia non rientra nella demografia locale.
È sempre stato difficile far rientrare Clark in una posizione precisa, dal momento che è stato un appassionato di blues che amava frequentare l’hip-hop e i concerti di Pinetop Perkins. È cresciuto guardando musica in televisione ma non troppa MTV. “Più o meno ho avuto un approccio verso tutto quanto guardando ‘Austin City Limits’, con Buddy Guy, B.B. King, Bonnie Raitt, Jimmie Vaughan, Robert Cray” ha detto. “È come se fossi stato investito da tutto, allo stesso momento, e mi piaceva tutto quello che suonava un po’ blues o rock & roll che paresse pericoloso e avesse assoli chiassosi. Fondamentalmente ho capito quale sia stata l’origine di tutto, e penso che la cosa che davvero risuonava in me erano artisti come Albert King e Freddie King — i tre Kings,” insieme a B.B. Presto, come prodigio appena adolescente, si stava facendo strada nel mondo vero, avendo come mentore Clifford Antone (proprietario del club di Austin) che frequentava regolarmente ogni leggenda locale disponibile.
Doyle Bramhall (una delle leggende locali) lo portò a incontrare Eric Clapton al Crossroads Festival nel 2010 dove fecero una jam session con Sheryl Crow. Un anno dopo, il suo EP di debutto con la Warner Bros. Bright Lights EP divenne il primo EP a ottenere la recensione principale su Rolling Stone. Tempo dopo Alicia Keys gli chiese di scrivere con lei e di suonare la chitarra in “Fire We Make”, brano tratto dal suo album Girl on Fire, poco prima che lui pubblicare il suo album di debutto con Warner Bros. Records, Blak And Blu, del 2012. Con "Please Come Home", tratto da questo disco, Clark vinse il suo primo Grammy per Best Traditional R&B Performance. Gary Clark Jr. ha anche suonato per gli Obama alla Casa Bianca insieme non solo a Mick Jagger ma anche a B.B. King, Jeff Beck e Buddy Guy. In una serata tributo ai Beatles, ha suonato insieme a Dave Grohl e Joe Walsh mentre per una serata tributo a Stevie Wonder ha suonato insieme a Beyoncé e Ed Sheeran. Ha poi scritto insieme a Childish Gambino “The Night Me and Your Mama Met” suonando anche la chitarra nel brano. Nel 2017 ha ricevuto molti elogi per la sua performance alla serata MusiCares in onore a Tom Petty & the Heartbreakers facendo due apparizioni, prima in solitaria e una con i Foo Fighters, suoi fan che l’hanno fortemente voluto come opening act prima che acquisisse il suo status di headliner.
Quando l’allora presidente degli Stati Uniti lo ha non solo incluso nelle sue famose playlist Spotify ma ha definito Gary “il futuro”, rimane qualcos’altro da aggiungere?

LUNEDì 24/06/2019 - GARDONE RIVIERA - Teatro del Vittoriale ORE 20,30

MARTEDì 25/06/2019 - ROMA - Casa del Jazz ORE 21,00

NOTE

Sarà Nic Cester l’opening act dei due attesissimi concerti di Gary Clark Jr al Vittoriale di Gardone e alla Casa del Jazz di Roma.
Il cantautore Australiano, che coi i suoi Jet ha venduto più di 6 milioni di album in tutto il mondo, presenterà i brani del suo primo album solista “Sugar Rush” uscito lo scorso anno.
Ad accompagnarlo ci sarà la Milano Elettrica, la super band allestita per i suoi live che comprendi nomi importanti della scena indie italiana come il batterista Sergio Carnevale (Bluvertigo), il chitarrista Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) e il percussionista Daniel Plentz (Selton).
 
Il suo “This Land” è uno degli album più attesi del 2019. La critica paragona la sua chitarra a mostri sacri come Hendrix e Clapton. Barack Obama lo ha definito “il futuro della musica”. Torna in Italia con due appuntamenti live da non perdere.

GARY CLARK Il suo “This Land” è uno degli album più attesi del 2019. La critica paragona la sua chitarra a mostri sacri come Hendrix e Clapton. Barack Obama lo ha definito “il futuro della musica”. Torna in Italia con due appuntamenti live da non perdere. 
Il 34enne blues rocker Gary Clark Jr. annuncia il tour europeo e sara’ a giugno in Italia per presentare il nuovo album intitolato “This Land” in uscita il 22 febbraio. 
“This Land” è il quinto album di Gary Clark Jr. che giunge tre anni e mezzo dopo “The Story of Sonny Boy Slim”. 

“Io sono l’America, figliolo. Questo è il luogo da cui provengo. Questa terra è mia." 
Nell’omonimo brano tratto dall’album This Land, Gary Clark Jr. rivendica i suoi diritti su un preciso posto sulla cartina, nel quale si insedia e dichiara: “Vi avevo detto che saremmo arrivati… ora è mio, legittimamente.” È una canzone che ha radici nella vita reale di Clark e della sua famiglia nel Texas, terra natale di Gary, quando ricevevano occhiate di sospetto nel momento in cui si sono trasferiti in quella terra. E se sembra che abbia fatto pratica nell’ignorare orgogliosamente indicazioni su dove avrebbe dovuto vivere, be’, questo è qualcosa che musicalmente ha fatto per tutta la vita. È un onnivoro di rock e soul in grado di tratteggiare l’intero panorama della musica americana – non solo il blues al quale è così spesso associato, ma anche reggae, punk, R&B e hip-hop – e dice: Questa terra è stata fatta per te e per me.
Riesce a padroneggiare ogni cosa in This Land, il suo terzo album in studio per Warner Bros. Records che sicuramente verrà visto come un passo avanti fondamentale nello stabilire quante variazioni stilistiche Clark riesca a tenere a comando. Vi si trovano molte di quelle sonorità da leggenda della chitarra che già lo hanno definito come musicista di punta, con melodie che ribadiscono la predominanza di influenze dei Cream, in un ragazzo che ormai da tempo viene considerato da Clapton un amico e un contemporaneo, non semplicemente un seguace. Ma se molti fan considerano Clark la cosa più vicina che abbiamo a un moderno Hendrix, ciò che implicitamente emerge da This Land è il senso di quanto Jimi amasse e avesse preso a prestito da Curtis Mayfield. Si può pensare a Clark come a una delle ultime vere divinità del rock, insieme ad alcuni amici cantanti/chitarristi come Jack White, John Mayer o l’ultimo grandissimo Prince e il nuovo album certamente non farà niente per diminuire questa percezione. Ma This Land è anche un grande disco soul – uno in cui è facile rinvenire una linea che connette Muddy Waters e Childish Gambino, con distinti richiami a Marvin Gaye in alcuni punti.
Potrete sentire riferimenti a Gaye non solo nel falsetto di Clark che qui viene usato molto più del solito. È nel miscuglio di coscienza sociale e sensualità che sono stati la materia base di album come “What’s Goin’ On”… per non parlare di “Sign O’ the Times.” Ovviamente avvertirete quella consapevolezza di “What’s Goin’ On” nella canzone This Land, nella quale Clark si ritrova “paranoico e incazzato” tra vicini benestanti che pensano che lui stia “tramando qualcosa” solo perché la sua famiglia non rientra nella demografia locale.
È sempre stato difficile far rientrare Clark in una posizione precisa, dal momento che è stato un appassionato di blues che amava frequentare l’hip-hop e i concerti di Pinetop Perkins. È cresciuto guardando musica in televisione ma non troppa MTV. “Più o meno ho avuto un approccio verso tutto quanto guardando ‘Austin City Limits’, con Buddy Guy, B.B. King, Bonnie Raitt, Jimmie Vaughan, Robert Cray” ha detto. “È come se fossi stato investito da tutto, allo stesso momento, e mi piaceva tutto quello che suonava un po’ blues o rock & roll che paresse pericoloso e avesse assoli chiassosi. Fondamentalmente ho capito quale sia stata l’origine di tutto, e penso che la cosa che davvero risuonava in me erano artisti come Albert King e Freddie King — i tre Kings,” insieme a B.B. Presto, come prodigio appena adolescente, si stava facendo strada nel mondo vero, avendo come mentore Clifford Antone (proprietario del club di Austin) che frequentava regolarmente ogni leggenda locale disponibile.
Doyle Bramhall (una delle leggende locali) lo portò a incontrare Eric Clapton al Crossroads Festival nel 2010 dove fecero una jam session con Sheryl Crow. Un anno dopo, il suo EP di debutto con la Warner Bros. Bright Lights EP divenne il primo EP a ottenere la recensione principale su Rolling Stone. Tempo dopo Alicia Keys gli chiese di scrivere con lei e di suonare la chitarra in “Fire We Make”, brano tratto dal suo album Girl on Fire, poco prima che lui pubblicare il suo album di debutto con Warner Bros. Records, Blak And Blu, del 2012. Con "Please Come Home", tratto da questo disco, Clark vinse il suo primo Grammy per Best Traditional R&B Performance. Gary Clark Jr. ha anche suonato per gli Obama alla Casa Bianca insieme non solo a Mick Jagger ma anche a B.B. King, Jeff Beck e Buddy Guy. In una serata tributo ai Beatles, ha suonato insieme a Dave Grohl e Joe Walsh mentre per una serata tributo a Stevie Wonder ha suonato insieme a Beyoncé e Ed Sheeran. Ha poi scritto insieme a Childish Gambino “The Night Me and Your Mama Met” suonando anche la chitarra nel brano. Nel 2017 ha ricevuto molti elogi per la sua performance alla serata MusiCares in onore a Tom Petty & the Heartbreakers facendo due apparizioni, prima in solitaria e una con i Foo Fighters, suoi fan che l’hanno fortemente voluto come opening act prima che acquisisse il suo status di headliner.
Quando l’allora presidente degli Stati Uniti lo ha non solo incluso nelle sue famose playlist Spotify ma ha definito Gary “il futuro”, rimane qualcos’altro da aggiungere?

CONDIVIDI